Presenze

Lo scrittore e giornalista italiano Tiziano Terzani scrisse: "Solo se riusciremo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo." In questo cielo di stelle, in questa foresta di anime, in questo 'capannone di teste' ne abbiamo prova. Si realizza e prende forma la totalità delle diversità che rende omogenei ed unici, ma simili ed uniti. Terra, creta, legno e materiali semplici dall'immensa naturalità prendono forma, germogliano nella vita come un bosco 'in piena' radicandosi nella quotidianità dell'uomo con 'unicità della diversità', e citando C. Mourey "diviene una ricchezza che va contro la noia". Questa istallazione che trae origini dal basso, dall'umile, dalla natura è primordiale ed istintiva ricreando attraverso i visi, i volti, disuguali ed omogenei un ritorno all'universo, la formazione di un paesaggio, un mero mondo da sé che nella sua dissomiglianza diviene similitudine della uguaglianza. Attraversare questa selva di sguardi, di specchi dell'anima ci permette di rifletterci dentro e di osservarli nella loro peculiarità e seppur l'involucro, il cranio, il corpo, ancor più la corteggia può essere percepita fine a se stessa, ciò non cancella la singolarità. Questo diverso però non si pone come estraneo, ma rafforza il senso aperto e puro, basilare e intuitivo, nonché naturale ed istintivo di un primordiale ed eterno 'appartenere alla testa radice, alla stessa fonte, allo stesso nucleo'. Definendo così il concetto che nella totalità ogni parte riflette la sua diversità ricreando però insieme e nella consapevolezza lo stesso ed unico universo.

di Marco Fiore