L'onda
Omaggio ispirato all'immediatezza fotografica di Armin Greder che con "Mediterraneo"
sconvolge le regole, denuncia e affonda nel cuore di chi osserva la verità;
così Christophe Mourey, ci trascina e ci trasporta remando tra l' "Onda Blu"
in cui ignari ci accorgiamo di chi galleggia in cerca di aria e di vita solo quando
l'attraversiamo. E seppur può sembrarci riportare nell'Ottavo Canto della Divina
Commedia di Dante, quando accompagnato da Virgilio il sommo poeta oltrepassa
l'orrore del fiume Stige con l'imbarcazione pilotata da Flegias, in cui anime
dannate cercano riparo sulla barca, qui andiamo più in là. Quei corpi non sono
di peccatori, quelle non sono anime ma uomini, donne, bambini ... gente come noi.
Quest'onda che si muove sinuosa nel colore blu, mossa dai venti impetuosi del
silenzio e dell'ipocrisia, avvolge e inghiotte teste umane. Figure di creature
che inermi vengono come sigillate dalla sofferenza. I visi pallidi in bianco e
nero, le ombre che si traducono in tragedie con espressioni che gorgheggiano nei
vacui dispersi sogni di un paradiso perduto, di un'isola lontana e dissolta
nelle acque dell'indifferenza. Manifestazione figlia di una società del consumo,
del distacco e dell'insensibilità che reputa 'vuoti a perdere' questi ultimi
uomini, ritenuti plastica da riciclare, bulloni, tappi, cartone, lattine di
un consumismo superficiale e freddo che corrode l'essenza della vita e la
rende riutilizzabile per convenienza o rifiutabile per opportunismo.
di Marco Fiore